Tra estasi e sradicamento: la lingua di “Sangue di cane”

sangue-di-cane-257A poche righe di distanza, due passi danno un’idea dello spettro tonale e stilistico di Veronica Tomassini.

Non siamo stati soli, Sławek, non eravamo, io e te, se non strumenti nella volontà di un pensiero superiore. Strumenti e servi l’uno dell’altro per arrivare al buon Dio, il Padre che non costringe troppo nelle tenebre, che promette nuove albe e ferma il braccio dell’empio, proteggendo i giusti, raccogliendo in grembo i frutti marci, noi. (p. 92)

Cazzo. Tu stavi al parco, ti eri tolto i vestiti, ti eri azzuffato col connazionale appena sceso dalla stazione del pullman. Cos’altro potevi fare? Chessò stuprare la vecchia di Ostrowiec, con i quattrini nel reggipetto, rapinare Marcello il Ricetta ché tanto il porco meritava la forca, poro sodomizzatore, o magari sparare un colpo di kalashnikov a ogni giro di vodka, nessun pregiudizio sull’eventuale bersaglio. (p. 93)

Questo è solo un esempio della molteplicità di livelli stilistici in Sangue di cane: nelle sue pagine troviamo voci gergali, siciliano stretto, lessico specialistico della linguistica o della semiotica, e naturalmente il polacco, la lingua di Sławek, e l’italiano deformato dei tanti stranieri la cui scarsa integrazione -ma che parola orribile, integrazione!- si riflette nella produzione linguistica.

Alla scrittrice bastano poche parole, lapidarie, per tracciare il destino di un intero popolo, per passare dalla dimensione lirica della vicenda amorosa a quella epica di una tragedia epocale, la fine del comunismo, la più grande disillusione di tutti i tempi:

Accendevo ceri, a ogni dipartita, accendevo un cero, tenendomi le tempie per l’orrore. Donne, uomini, un olocausto contemporaneo, una monta di ex, ectoplasma di una Polonia logorata da una sconnessa anzi da una rivendicazione, esautorata sul fio passatista di un abbaglio storico che veniva a estinguersi nel buco di provincia, nell’inutile sfintere, su cui soffiava implacabile il vento di stimun. (p. 72)

…incocciai te e un cordoglio universale insieme, a sussiego sulle mie spalle di scoliotica. Eravate pericolosi perché eravate ormai sopravvissuti, non sareste morti mai più. (p. 70)

Come i protagonisti, anche la lingua di Sangue di cane è una lingua espatriata, espulsa dalla vita, priva di un centro d’attrazione. Le frequenti ripetizioni, gli epiteti e le espressioni formulari sopperiscono a questa mancanza di un polo gravitazionale linguistico. Ma c’è un passo in cui l’appiombo è totale, in cui l’estasi -nel senso originario di “star fuor di sé- e lo sradicamento non sono più due opposti che, anche linguisticamente, cercano un equilibrio impossibile, ma sono essi stessi quell’equilibrio. È il passo che riguarda il concepimento del figlio Grzegorz: momento sublime solennizzato da una prosa limpidissima nel suo incanto:

Grzegorz lo concepimmo in spiaggia. Notte di luna piena. Era settembre. La spiaggia era il pezzo di rena ai piedi di uno strapiombo. Dava sul mare aperto, una rada primordiale, dove la natura, smarrendo le buone maniere, faceva sfoggio di sé, nascondendosi nelle cave arenarie, emergendo nel verde della bassa costa, stemperandosi nel blu cobalto delle acque in lontananza, le più vicine alla linea di patto tra terra e cielo. La natura esordiva sferrando i suoi balenii di luce insolente, luce nera per quanto insaziabile, capace di accecare, confondere, e noi vibravamo di quella luce, ascoltando il suono autentico della libertà. E non era un vacuo principio, su cui sperimentare, ampolle e soluzioni sbagliate, era lì, un battito d’ali tra terra e cielo. (p. 57)

Direbbe Luigi Di Ruscio, altro spatriato: “La gioia di essere vivi consta nei più piccoli particolari. La specie continua a rinnovarsi perché l’angoscia esistenziale è per un istante dimenticata”.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...