Favola

(a Ilaria Palomba)

Il poeta nuotava in un mare mitologico. Vicino alle rocce, vide un gabbiano squartare col becco un pesce. Gli colava il sangue ai lati del becco.

Il poeta pensò che la catena alimentare era il più forte argomento contro l’esistenza di Dio. Era una filiera meccanica di straordinaria efficienza, e nessuna mente meno che divina avrebbe potuto concepirla. Ma, si chiese, possibile che un Dio onnipotente e pietoso non avesse saputo idear di meglio che un mondo dove sbranarsi è la regola, dove una morte orribile è la regola?

Rimase stordito dal frastuono dei propri pensieri. Poi rialzò lo sguardo e ascoltò tutto quel silenzio. Il gabbiano si era alzato in volo, soddisfatto. Il poeta si sentì solo come nessuno al mondo: aveva bisogno di una pietà sovrumana.

Allora tornò a casa, e scrisse.

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