Sul nulla

(a Elisa Ruotolo)

Un pomeriggio di aprile del 1998 un impiegato delle Poste di 59 anni, Fernando Ambrosoli, uscì sul balcone per fumare la pipa. “Mannaggia a te e alla pipa che mi impuzzonisce tutta casa!” gli gridò la moglie. Erano anni che lui e la moglie non andavano d’accordo, Ambrosoli si chiese per l’ennesima volta se valesse la pena andare avanti o se non dovesse prendere il coraggio di chiedere il divorzio, soppesò vantaggi e svantaggi della separazione mentre caricava la pipa, pensò agli aspetti economici e alla reazione dei figli, pensò che da anni non avevano più rapporti sessuali e che lui sognava avventure con tutte le sue colleghe, avventure che poi non aveva il coraggio di mettere in pratica perché gli rimaneva un fondo di integrità morale; valutò tutto questo in pochi secondi mentre caricava e accendeva la pipa, poi si diede a fumarla con boccate corpose. “Vado troppo svelto” si disse, osservando che stava consumando il tabacco con troppa rapidità. Diede un’occhiata al cielo, sospirando, non sapendo bene quale soluzione aspettarsi da lassù, e ne diede un’altra al vicino che stava preparando i rulli per ritinteggiare le pareti. Fece un cenno di saluto al vicino, che però non lo vide e rientrò. Sentiva un peso al petto, colpa del pranzo ingurgitato troppo in fretta, e “Devo fare un rutto” pensò mentre il senso di oppressione aumentava; “fa male” pensò mentre iniziava a sentire anche un po’ di dolore. “Chiudi che entra la puzza!” gli intimò la moglie, e lui scocciato si avvicinò alla portafinestra per chiuderla. Non vide e non sentì più nulla, tranne che il dolore aumentava. Gli era venuto un colpo, e questo è tutto.

(fotografia di Luigi Ghirri)

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