Il mare, in Mazzarrona di Veronica Tomassini, è importante come la collina per Pavese. “Il vento che arrivava dal mare doveva purificare quel luogo immondo dove non germinavano nuove piantine, in una terra dura e bugiarda.” “La luce poggiava sulle nostre tenere spalle, su quelle di Mary. Il mare dietro le agavi era placido. La… Continua a leggere “Mazzarrona”: la natura e il tempo
Tag: Cesare Pavese
Gassman legge Pavese: “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi”
Nel comporre i suoi ultimi versi, Pavese sa che il suicidio non ha alcun colpevole al di fuori del suo fato –di quello che crede il suo fato. Lo dice lui stesso che non prova desiderio di vendetta (Il mestiere di vivere, 10.5.1950); e ammette che Constance Dowling non c’entra, che è stata addirittura “un… Continua a leggere Gassman legge Pavese: “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi”
Cesare Pavese, “La terra e la morte”
La terra, per Pavese, non significa solo la morte, ma anche l’immutabilità della natura e delle stagioni. La quaglia, le viti, le colline: Pavese nomina di continuo queste cose, nomina la natura, quella vivente e quella non vivente, con l’attitudine familiare e insieme fantastico-lirica di un Virgilio. I versi di La terra e la morte… Continua a leggere Cesare Pavese, “La terra e la morte”
Prigioniero dell’immutabile: Cesare Pavese
Parlare di Pavese può essere perfino imbarazzante. Si è detto molto di lui, e spesso per ragioni extraletterarie. La sua figura esercita un fascino che va al di là del valore delle sue pagine, e ha a che vedere con le ragioni più profonde –e imperscrutabili- del male di vivere, del conflitto tra vita e… Continua a leggere Prigioniero dell’immutabile: Cesare Pavese