“Dentro le cose vive / sento le cose morte”: la poesia di Ilaria Palomba

Gioia di restare è un gesto, residuo di esistenza bucata. Siamo inchiodati alla stessa croce, estasi è separazione. Vivaldi di notte, un verso di Alejandra e dopo l'acqua stilla, evapora, non possiamo berla. Dire acqua è dire nulla, non estingue la sete, la parola rivela un corpo estraneo. Se io ti vedessi su questa radura… Continua a leggere “Dentro le cose vive / sento le cose morte”: la poesia di Ilaria Palomba

I conti con un mito

Quando ho letto i diari di Montanelli –ormai più di dieci anni fa- li ho trovati privi di vita interiore, aridi. Gli unici tratti dell’uomo che emergevano erano un certo arrivismo frammisto a qualche tendenza depressiva. Non sono mai riuscito a comprendere appieno la grandezza giornalistica di Montanelli. Non mi sembra si ricordino di lui… Continua a leggere I conti con un mito

Concerto per amore: “In comode rate” di Beatrice Zerbini

Qui è tutta un’attesa di nutrirti o di marcire Per Beatrice Zerbini l’amore è principio vitale totale, senza il quale nulla si dà o si fa conoscere in pienezza. Non si tratta dell’amore ricambiato, ma di tutto ciò che l’amore tocca, anche la separazione, anche la pena d’amore. Donarsi e lodare: questi  i due cardini… Continua a leggere Concerto per amore: “In comode rate” di Beatrice Zerbini

I nomi delle stelle

Dante non è un film su Dante. Usciti dalla sala, sul grande poeta sappiamo meno di prima. Potremmo considerarlo un film su Boccaccio che va alla cerca degli ultimi testimoni della vita del maestro, ma non sarebbe giusto neanche questo. Di Boccaccio, nel film, apprendiamo solo ch'è molto malato. Forse allora è un film sul… Continua a leggere I nomi delle stelle

L’epoca impressa sulla pagina

Ilaria Seclì non canta il cosmo, è il cosmo che canta in lei. Lei risuona di mondo. Lo avvertiamo con chiarezza in queste due poesie datate 2013. Se la profondità non ha letto per l'acqua resta richiamo d'inferno e pietre occhi di bambino prestati a voglie adulte il gioco è strada secca coi morti che… Continua a leggere L’epoca impressa sulla pagina

Non fino in fondo

A tre anni dall'uscita, ho visto questo film che all'epoca ha fatto discutere. L'ho visto con una certa riluttanza, perché l'idea che si potesse fare una commedia su Mussolini mi turbava. Ma presto mi sono accorto che non è una commedia su Mussolini, bensì sulle tentazioni fasciste degli italiani. E qui sorge un primo problema:… Continua a leggere Non fino in fondo

“Il signore delle formiche”

Quasi fino alla fine mi sono chiesto perché Verdi, perché l'Aida risuonasse così ossessiva nella colonna sonora del film. Poi ho capito. Nella pellicola, due persone che si amano vengono sepolte vive come Radamès e Aida nell'opera verdiana. Amelio è un regista coraggioso, ma è prima di tutto un regista. Anche quando filma Craxi, la… Continua a leggere “Il signore delle formiche”

Claudia Di Palma, “Atti di nascita”

La parola è un chiodo. Il verbo che tu incarnavi ti tolse di mezzo scavandoti piano. Riconobbi il tuo volto dal vuoto che vi cresceva rigoglioso al centro. Da lì tu mi guardavi senza mai sciogliermi, mi lasciavi ai miei giorni grossolani, io mi dimenavo con cose di scarso valore, monili d’argento, e tu, tutto… Continua a leggere Claudia Di Palma, “Atti di nascita”

Alessia Bronico, “Un dio giallo”

Scorticami, prendi pure tutto, arriva fino al midollo, gusta la mia carne tenera, a tratti dolorante d'autunno. Stacca la scorza dal viso, dalle braccia, a piene mani cuore, polmoni del respiro, reni della paura, fegato delle botte, occhi della visione. Strappa i capelli, a ciocche. Ché non debba più curarmi del riflesso livido di me.… Continua a leggere Alessia Bronico, “Un dio giallo”